Shout Sister Shout

Il parco nazionale californiano di Joshua Tree non è solo un luogo che evoca musicalmente Gram Parsons e gli U2 ma anche la sede di uno studio, il Rancho De Luna, che il produttore David Catching ha fondato trent'anni fa e in cui la blues rocker, cantante e polistrumentista belga Ghalia Volt ha registrato il suo nuovo album "Shout Sister Shout!". Un'opera intensa, energica e dai tanti volti diversi, in cui convergono una virtuale colonna sonora da road movie ("Every Cloud") e il rockabilly ("Can't Afford To Die"), la psichedelia ("Insomnia") e un rock tambureggiante dalla lingua velenosa ("Hell Is Not Gonna Deal With You"), il racconto immaginario della storia di una vecchia chitarra ("Po' Boy John") e un alt-gospel che "invita le donne a chiedere ad alta voce ciò che meritano" (la title track). Sono trascorsi solo sei anni da quando Ghalia sbarcava il lunario facendo la busker per le strade di Bruxelles, ma le molteplici esperienze che la giovane musicista ha fatto in questo breve arco di tempo le hanno permesso di realizzare il suo disco migliore: un album, spiega, che non vede l'ora di proporre dal vivo "correndo su e giù per il palco"