IMPOSSIBLE BLUE

L'uomo dietro le quinte che ha contribuito al successo di artisti come Butch Hancock, Lucinda Williams, Robert Earl Keen, Blaze Foley, Mary Gauthier, Slaid Cleaves e Ray Wylie Hubbard, Gurf Morlix manda alle stampe con 'Impossible Blue' il suo decimo album da solista, un disco che a suo dire contiene le sue migliori canzoni di sempre, nove pezzi sopravvissuti a un feroce controllo qualita' che lui stesso ha applicato con il massimo rigore ('l'obiettivo', spiega, 'e' puntare all'eccellenza di gente come John Prine, che quando scrive canzoni crea dei capolavori'). I suoi sforzi hanno prodotto ottimi frutti in titoli come la commovente 'Backbeat Of The Dispossessed', agrodolce ricordo del batterista Michael Bannister (grande amico e fedele collaboratore musicale) la cui gestazione e' durata non meno di sei o sette anni: il tema della mortalita' affiora anche in molte altre delle canzoni di 'Impossible Blue', a cominciare da una 'My Heart Keeps Poundin'' che prende spunto da un fatto autobiografico (un infarto da lui sofferto tempo fa), mentre l'agghiacciante 'I'm A Ghost' e la tenebrosa ' Bottom Of The Musquash River' (il cui protagonista piange l'amante annegata) ombreggiano ulteriormente le tonalita' di un disco che per fortuna offre alla fine un barlume di speranza ('Sliver Of Light'). Musicisti eccellenti come il grande Hammondista Red Young, il fedele batterista Rick Richards e la cantante Jaimee Harris, star in ascesa e concittadina di Austin, lo aiutano a movimentare e colorare le canzoni di sottili sfumature, mentre lui stesso - ottimo strumentista da sempre, che qui suona tutte le parti di chitarra e di basso, oltre a percussioni e tastiere - si concede il lusso di un lungo assolo in 'Spinnin' Planet Blues', blues in tonalita' minore in sintonia con il clima generale dell'opera e confezionato - come il resto dell'album - nell'ambiente familiare e confortevole del Rootball Studio dove Gurf ha prodotto, mixato e masterizzato tutti i suoi dischi