YOUNG BLOOD

"Rock spavaldo e soul supersonico" si combinano nel nuovo album solista di Marcus King, prodotto da Dan Auerbach (Black Keys) e pubblicato dalla American Records/Republic Records di Rick Rubin. In pezzi come "Hard Working Man" il giovane fenomeno del Southern rock strizza l'occhio agli anni '70 di band come Free e Bad Company sfornando riff incendiari, cori da stadio e "ganci" radiofonici, senza tuttavia snaturarsi e mettendo a frutto nel migliore dei modi la sua grinta e la sua emotività vocale. Se quel pezzo è un inno dedicato a se stesso e a tutti quegli americani che continuano a lavorare sodo e rappresentano la spina dorsale del Paese, il resto del disco guarda ai momenti difficili della vita dallo specchietto retrovisore, raccontando storie di eccesso e redenzione che hanno un sostrato decisamente autobiografico ("tossicodipendenze, rotture sentimentali e dipendenze dovute alle rotture sentimentali" che hanno di recente turbato la vita dell'artista). Musicalmente, King e Auerbach cercano con successo di far rivivere il classico sound dei power trio di fine anni '60 e inizio '70, innestando un'anima autenticamente Southern soul in una sequenza di canzoni registrate dal vivo in studio senza sovraincisioni con solidi musicisti come Chris St. Hilaire alla batteria e Nick Movshon al basso e che ardono dalla prima all'ultima nota di autentica passione