NATURE

Sulla scia dell'album di maggior successo della sua carriera ('Life Is Fine', uscito nell'agosto del 2017 e primo numero uno nelle classifiche australiane, per lui, in 44 anni di carriera), Paul Kelly torna sul mercato con un nuovo disco, 'Nature' (il ventiquattresimo in catalogo), che recupera pezzi scritti nell'arco degli ultimi quattro anni e durante le registrazioni di album come 'The Merri Soul Sessions', 'Seven Sonnets And A Song' e lo stesso 'Life Is Fine' di cui rappresenta, secondo il suo autore, una sorta di complemento ('come questo, anche quel disco era pieno di lune, piogge, rocce, fiumi, mari, profumi e amanti'). Da sempre il cantautore 'aussie' ama mescolare musica e parole, e in questo caso affianca testi scritti di suo pugno con composizioni poetiche di colossi della letteratura come Dylan Thomas, Walt Whitman, Sylvia Plath, Gerard Manley Hopkins e Phillip Larkin focalizzandosi sul tema della piccolezza dell'essere umano rispetto alla vastita' degli spazi naturali; Peter Luscombe (batteria), Bill McDonald (basso), Ash Naylor e Dan Kelly alle chitarre e Cameron Bruce alle tastiere - un gruppo di musicisti che, secondo Paul, 'sanno trasformarsi da delicati scienziati in rocker capaci di sfornare grandi riff e di occupare tutti gli stadi intermedi' - lo aiutano, assieme alle voci di Vika e Linda Bull, delle sue figlie Madeleine e Memphis, di Alice Keath e di Kate Miller-Heidke, a confezionare un album che, in brani come 'With The One I Love' (il primo singolo) evoca l'immediatezza di 'Firewood And Candles' (canzone dell'anno, nel 2017, per l'industria discografica australiana) e in buona parte del suo percorso il melodico rock chitarristico dei Messengers, la sua band anni Ottanta. Una splendida conferma per un artista troppo sottovalutato alle nostre latitudini, colto, comunicativo e in forma smagliante