MR. JUKEBOX

Originario della Florida, Joshua Hedley si e' trasferito a Nashville all'eta' di diciannove anni per tuffarsi nella storia e nella tradizione del country. Jack White lo ha voluto nella sua etichetta, Third Man Records, e 'Mr Jukebox' (il suo soprannome, data la capacita' di Joshua di interpretare ogni genere di canzone) e' un debutto davvero rimarchevole in cui Hedley, cantante dal vibrato angelico e polistrumentista, ricrea il classico sound nashvilliano degli anni Sessanta. 'Molti dei miei contemporanei si cimentano con quel suono, ma sempre con qualche piega innovativa', ha spiegato lui stesso a Rolling Stone. 'Credo invece che la mia inclinazione innovativa consista in non averne alcuna: per me il genere della musica country ha raggiunto la perfezione nel 1965 e tutto quel che e' accaduto dopo, per quanto buono, e' stata sperimentazione. Quando si tratta di country', conclude, 'il mio mantra e': se non e' rotto, non aggiustarlo'. 'Mr. Jukebox' resta fedele a questo credo tra lo shuffle ritmato della title track, il lamento honky tonk di 'Counting All My Tears', l'armonioso intreccio di archi e voci di 'Don't Waste Your Tears' e una 'Weird Thought Thinker' che, suggerisce Brittney McKenna recensendo il disco per NPR, 'potrebbe essere una canzone perduta di Ernest Tubb con testo di Willie Nelson'. Curiosa, ma in stile, la scelta di chiudere il disco con una versione jazzata dello standard disneyano 'When You Wish Upon A Star', che come il resto dell'album si avvale del contributo di grandi session men nashvilliani come Eddie Lange (rinomato specialista di steel guitar), il chitarrista Jeremy Fetzer, il bassista Michael Rinne, il percussionista Jon Radford e il pianista - organista Micah Hulscher