BECKHyperspaceCome i suoi fan sanno benissimo, Beck è un camaleonte capace di mutare totalmente pelle, stile e orizzonti musicali da un disco all'altro: così 'Hyperspace', quattordicesimo capitolo della sua discografia, lo vede collaborare con uno dei giganti della black music contemporanea, Pharrell Williams, che ha partecipato alla composizione e alla produzione di sette brani su undici e con cui, ha spiegato alla rivista inglese NME il musicista di Los Angeles, 'ho sempre desiderato fare un disco. Siamo amici da anni e già nel 2012 discutemmo di fare qualcosa insieme: proprio a quell'epoca pubblicò una canzone con i Daft Punk, e poi 'Blurred Lines' e 'Happy''. Quel che avrebbe dovuto essere all'inizio un semplice singolo o un EP è diventato un album fatto e finito: ma quel che sorprende è che Williams, da lui definito 'un maestro del minimalismo', ha spinto Beck a scrivere canzoni di stampo cantautorale. 'Ho cercato così di essere meno ambizioso sotto il profilo produttivo, lasciando che le canzoni restassero semplici e avessero spazio per respirare. Al contrario di Pharrell, quando si tratta di produrre io sono una specie di minimalista: come noto, mi capita di avere 140 tracce che cercano di coesistere e lottano tra loro per essere ascoltate contemporaneamente. Stavolta ho cercato davvero di rifondare me stesso e di essere più semplice'. 'Hyperspace' spinge così sul pedale del pop, come dimostrano anche i grandi nomi coinvolti nelle registrazioni, da Chris Martin dei Coldplay alla cantautrice e modella Sky Ferreira (seconda voce rispettivamente in 'Stratosphere' e in 'Die Waiting') passando per l'emergente Terrell Hines, mentre Greg Kurstin (produttore del precedente 'Colors') ha lavorato su 'See Through' e Paul Epworth, collaboratore di Adele, ha lasciato il suo segno su 'Star'. Il numero di collaboratori è un'altra novità per Beck, che in passato ha realizzato diversi album in completa solitudine: e pezzi come 'Saw Lightining', in cui la sua vena più folk si sposa ai beat programmati e danzabili propri di 'Colors', la sintetica title track e la levigata, melodiosa 'Uneventful Days' evidenziano un nuovo percorso per l'nquieto californiano in cui canzone d'autore, pop e hip hop vanno a braccetto track list
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