GHOSTS OF HIGHWAY 20

Un altro doppio, dopo il precedente e apprezzatissimo 'Down Where The Spirit Meets The Bone': 'Ghosts Of Highway 20' e' tuttavia un album meno rock, piu' dolente e - appunto - piu' spettrale, influenzato dalla morte del padre della cantautrice (il famoso poeta e traduttore Miller Williams) nonche' da racconti e personaggi, veri o immaginarii, che hanno come sfondo la Interstate 20, un'autostrada lunga 190 miglia che collega la Carolina del Sud al Texas attraversando la parte settetrionale della Louisiana in cui Lucinda e' cresciuta. 'E' una mappa della mia vita', ha spiegato lei stessa a proposito dell'album e delle 14 canzoni che contiene, una delle quali ('l'iniziale 'Dust') prende spunto proprio da una poesia dello scomparso genitore. Nessuno come la Williams, oggi in America, sa coniugare rock e letteratura, chitarre elettriche e storytellling, e in questo senso 'Ghosts Of Highway 20' e' una delle sue opere piu' mature. Alla riuscita del disco contribuiscono eccezionali musicisti come Bill Frisell (chitarre), Val McCallum (chitarre) e Greg Leisz (pedal steel), affiancati alla consueta sezione ritmica composta da Butch Norton e David Sutton. In repertorio anche l'amatissima 'Factory' di Bruce Springsteen e un nuovo adattamento musicale di un vecchio testo di Woody Guthrie ('House Of Earth'). La versione in doppio vinile con copertina apribile include anche una card per il download digitale