Time is A Buffalo In the Art of War

C'è un gradito ritorno, nel nuovo album di Andy White, l'ex ragazzo di Belfast che in patria e' una star: alle tastiere siede infatti Rod McVey, che trentatrè anni fa suono' nel suo stupendo album di debutto 'Rave On', tuttora un classico insostituibile della canzone d'autore europea di ispirazione dylaniana. A due anni di distanza da 'The Guilt & The Innocent', in 'Time Is A Buffalo In The Art Of War' White - che ora vive in Australia - continua ad eccellere nella sua specialità, la commistione tra spirito rock and roll, sensibilità pop, chitarre acustiche e talento speciale nella scrittura dei testi aggiungendo alla compagine strumentale il figlio di Andy, Sebastian, alla batteria, una sezione di ottoni e un'intera orchestra e facendosi ispirare (come ha raccontato lui stesso) dall'ascolto di 'Imagine' di John Lennon e dal 'suono grandioso, dagli assoli di chitarra e dalle canzoni che si allungano fin dove desiderano' dei War On Drugs.
Il sottotitolo del disco, 'It's our world, and this is how I see it', spiega la prospettiva con la quale White si è messo a scrivere le sue nuove canzoni, confrontandosi con temi politici, sociali e personali in un viaggio sequenziale in nove tappe che inizia ponendosi domande sullo stato attuale delle cose e si conclude con l'invocazione di un futuro migliore. 'Se hai molto da dire, devi prenderti tutto il tempo necessario per farlo ed è quel che ho cercato di fare in questa circostanza', aggiunge. 'Spero che possiate ascoltare questo disco ad alto volume perché è così che è stato realizzato'