KALIJOMBRE

Gabriele Serafini (chitarra), Alessandro Finotello (basso), Giacomo Petrocci (sassofono), Andrea Bertoli (tastiere) e Marco De Grandi (batteria) sono i Sabbia, interessantissimo e originale gruppo biellese (anche se Serafini, come la casa di produzione La Mansarda, e' originario del Sulcis) che con 'Kalijombre' ha dato alle stampe il suo terzo album: i cinque sono fautori di una musica strumentale e ipnotica che loro stessi amano definire 'psycho stoner', anche se la presenza predominante del sax di Petrocchi, come osserva il sito Sascenasarda, vira il suono in direzione del jazz anche se restano espliciti (ma mai pedissequi) i riferimenti a band come Sonic Youth e Neurosis (scrive ancora il sito sardo, a proposito della chitarra di Serafini nella conclusiva 'A spada tratta'), cosi' come ai crescendo tipici di band quali Mogwai e Queens Of The Stone Age (annota invece Valerio D'Onofrio su Onda Rock): sono citazioni che non impediscono al quintetto di incamminarsi su sentieri esplorativi assolutamente autonomi e ammalianti, tra le sinuose scansioni di 'Il barone von Daza'. gli ipnotici arpeggi chitarristici di '118', l'impatto sonoro di 'Manichini' e intrecci avvolgenti di sei corde, tastiere e sassofono che a noi hanno ricordato a tratti anche certe cose dei King Crimson e dei primi PInk Floyd oltre ai migliori gruppi della scena post rock. Meno cupo e piu' solare delle opere precedenti (a partire dalla copertina e dalle suggestioni mediterranee e mediorientali di certi episodi), 'Kalijombre' e' un album che coniuga jazz, rock, psichedelia e musica da cinema in maniera inusuale e sorprendente. Vivamente consigliato a chi cerca prodotti originali, intriganti e inconsueti