CHICAGO PLAYS THE STONES

Quel che si da' si riceve: da sempre fedeli discepoli del blues cui hanno attinto a piene mani fin dalle origini, i Rolling Stones vengono omaggiati in questo disco da tre generazioni di grandi interpreti chicagoani delle dodici battute. Prodotto da Larry Skoller in partnership con la Chicago Blues Experience e ispirato dall'allestimento nella Windy City della mostra stonesiana itinerante 'Exhibitionism', il progetto risponde in qualche modo al 'Blue And Lonesome' pubblicato dal gruppo inglese nel 2016 anche se Skoller e il coproduttore - arrangiatore Vincent Bucher avevano cominciato a lavorarvi prima: 'L'idea', spiega lo stesso Skoller, 'era di riportare 'a casa' alcune canzoni degli Stones, suonandole con il tipico groove blues di Chicago, immaginandole come se a eseguirle fossero Muddy Waters, Howlin' Wolf, Little Walter, Jimmy Reed e le altre icone blues di Chicago che Mick Jagger e compagni hanno idolatrato e interpretato'. Ecco dunque il leggendario Buddy Guy riprendere (con lo stesso Jagger, voce e armonica) 'Doo Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker)', il giovane talento e cantante dell'armonica Omar Coleman cimentarsi con 'I Go Wild', l'ex braccio destro di Bo Diddley Billy Boy Arnold rivisitare da par suo 'Play With Fire' e l'eccellente cantante e chitarrista Carlos Johnson manipolare con sapienza 'Out Of Control'. Anche i brani piu' celebri del gruppo inglese si avvantaggiano di questo trattamento: e' il caso della 'Beast Of Burden' di Jimmy Burns (con Keith Richards alla chitarra ritmica), della 'Satisfaction' di Ronnie Baker Brooks, della 'Sympathy For The Devil' di Billy Branch, della 'Miss You' di Mike Avery, della 'Gimme Shelter di Leanne Faine, della 'Angie' di John Primer; tutte regalano una ventata di aria fresca al repertorio delle Pietre Rotolanti, grazie anche alle esecuzioni dell'eccellente backing band, i Living History, cui si aggiunge l'ex chitarrista di Muddy Waters Bob Margolin