ALL THE THINGS I DID AND ALL THE THINGS THAT I DIDN'T DO

Ci sono la mano sapiente e l'orecchio fino di Joe Henry dietro il quarto album dei Milk Carton Kids alias Joey Ryan e Kenneth Pattengale, capaci di evocare - come ricorda Stephen Thompson di NPR - tanto le ricche armonie vocali di Simon & Garfunkel che gli intricati intrecci di chitarre acustiche di Gillian Welch e David Rawlings. Henry gli ha messo attorno - per la prima volta - una band di supporto, permettendogli di ampliare lo spettro visivo e di osare di piu': soprattutto nella coraggiosa 'One More For The Road', epica ballata di oltre dieci minuti di durata che si sviluppa tra folk, jazz e psichedelia e in cui i due cantano di un tentativo di prolungare una relazione destinata comunque al fallimento. Le canzoni di 'All The Things That I Did...' parlano di grandi cambiamenti personali e politici ('Mourning In America'), con toni a volte ombrosi ma sempre illuminati dalla bellezza solare di due voci che sembrano nate per cantare assieme. Mai cosi' sperimentali e audaci in passato, Ryan e Pattengale fanno il miglior uso possibile dei suggerimenti di Henry e di una band stellare che include Russ Pahl (chitarre e pedal steel), Paul Kowert dei Punch Brothers e Dennis Crouch al basso, Pat Sansone dei Wilco al pianoforte, al mellotron e all'organo Hammond, Jay Bellerose alla batteria, Nathaniel Smith al violoncello, Levon Henry al clarinetto e al sassofono e Brittany Haas al violino e al mandolino, oltre alle coriste Lindsay Lou e Logan Ledger. Per i Milk Carton Kids e per la scena folk roots contemporanea americana e' iniziato un nuovo, entusiasmante capitolo