Man On Fire

I crediti del nuovo album del texano Danny Barnes, banjoista bluegrass con un passato da punk rocker nei Bad Livers, fanno drizzare immediatamente le antenne: Dave Matthews (voce e piano elettrico Wurlitzer, oltre che produttore esecutivo), l'ex Led Zeppelin John Paul Jones (basso e mandolino), Bill Frisell (chitarra) e Matt Chamberlain (percussioni) impreziosiscono 'Man On Fire', in cui sono tuttavia il talento e la personalità musicale di Barnes a risplendere. Il suo banjo - suonato con un virtuosismo e un approccio non ortodosso mai fini a se stessi - e la sua voce piana ma espressiva sono sempre al centro della scena di canzoni che raccontano con penetrante acume toccanti storie quotidiane di gente comune fondendo la tradizione della old time music con un moderno sperimentalismo e attingendo a tutta la storia della musica americana, dal folk degli Appalachi al rockabilly di Memphis, dal bluegrass del Kentucky al country di Bakersfield. Abilmente orchestrato dal tocco sottile del produttore Geoff Stanfield (Sun Kill Moon, Firehorse), il disco riesce a essere al tempo stesso commovente e irresistibilmente divertente, confermando in Barnes, come ha scritto di lui la rivista No Depression, un artista 'intelligente, colto, innovativo e infinitamente creativo' mentre Bluegrass Today osserva che 'mentre molti strumentisti usano il banjo per mostrare quel che sanno fare, Barnes lo usa per mostrare quel che è: qualcosa di talmente raro che bisogna tornare indietro nel tempo di decenni per trovare termini di paragone'