PSYCHEDELIC COUNTRY SOUL

Tornano i Long Ryders, pionieri dell'alt country che nei primi anni Ottanta, ai tempi gloriosi del Paisley Underground californiano, aggiornavano il country & western, la musica dei Byrds e quella di Gram Parsons con l'energia rabbiosa e metropolitana del punk, ed e' come se un sound magico e rimpianto da molti riprendesse forma e sostanza senza risultare mai datato e stantio: la formazione classica della band losangelina, composta dal cantante, armonicista e chitarrista Sid Griffin, dal chitarrista Stephen McCarty (che suona anche banjo e mandolino), dal bassista Tom Stevens e dal batterista Greg Sowders torna, sull'onda delle fortunate ristampe dei due album 'State Of Our Union' e 'Two-fisted Tales', con un disco di country soul psichedelico (come da titolo) che rimanda al suono classico della band quando evocava i Flying Burrito Brothers e i Buffalo Springfield ma con un 'tiro' decisamente moderno. Entusiasmanti intrecci vocali e di chitarre a dodici corde animano le undici nuove composizioni del quartetto e la cover di 'Walls' di Tom Petty: la contagiosa 'Greenville' (con scintillanti chitarre in primo piano), la melodia pop di 'Molly Somebody', l'energia punk e il potente power pop di 'What The Eagle Sees' e l'infuocata 'Psychedelic Country Soul' che intitola e chiude il disco in un tripudio di armonica e chitarre sono la dimostrazione lampante di come i Long Ryders tengano fede alla loro tradizione senza vivere nel passato e suonando sempre con passione e precisione. Il risultato e' esaltante: tanto che questo disco non sfigura affatto a fronte di caposaldi del rock americano come 'Native Sons' e il singolo 'Looking For Lewis And Clark': possiamo gia' sbilanciarci dicendo che quello di Griffin e compagni e' il ritorno dell'anno