
LEMONHEADSLove ChantPer tanti amanti dell'alternative rock americano anni '80 è una vera notizia: Evan Dando torna alla guida dei Lemonheads e pubblica finalmente, dopo quasi due decenni, un nuovo album di materiale originale. Prodotto a San Paolo del Brasile (dove oggi Dando risiede) dal compositore e polistrumentista locale Apollo Nove e suonato essenzialmente da un trio che oltre al bandleader, cantante e chitarrista comprende il bassista Farley Gavin e John Kent, "Love Chant" è un disco sentito e vulnerabile, fragile e a tratti volutamente sconnesso, ma anche dinamico, esuberante e di bella sostanza melodica, e fotografa senza filtri il pensiero e la condizione esistenziale attuale del cinquattottenne musicista del Massachusetts. Gli danno una mano amici fidati come Marciana Jones, che con lui firma un paio di pezzi (il power pop di "58 Second Song" e la straziante "In The Margin") e il vecchio sodale Tom Morgan, coautor di una "Deep End" in cui intervengono J. Mascis dei Dinosaur Jr alla chitarra solista e Juliana Hatfield ai cori. I riff chitarristica di "Wild Thing" (composta a quattro mani con Adam Green dei newyorkesi The Moldy Peaches), i ritmi robotici e kraut rock della title track, il country rock di "Key Of Victory" e l'"euforica malinconia" della conclusiva "Roky" (così la definisce Andrew Male su "Mojo") arricchiscono un quadro con tanti chiaroscuri, fedele al suono classico dei Lemonheads ma anche zeppo di nuove suggestioni e prospettive, cui contribuiscono anche l'altro produttore Bryce Goggin (Pavement, Antony and the Johnsons), Erin Rae, John Strohm dei Blake Babies e Nick Saloman dei Bevis Frond track list
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