That's How I Got to Memphis

Neanche la cantante, autrice e chitarrista australiana (ma di base a Nashville) Kara Grainger ha saputo resistere al fascino di Memphis e della musica che tra gli anni '60 e '70 vi venne prodotta nei leggendari Royal Studios di Willie Mitchell (dove presero forma, tra le altre, incisioni storiche di Al Green e di Ann Peebles). Cosicché il suo quinto album da solista ha avuto origine proprio lì, con il nipote dello scomparso titolare Lawrence "Boo" Mitchell al banco di regia e la leggendaria sezione ritmica della Hi Records: non sfigurano, al loro confronto, la voce autorevole e la grande abilità alla slide della Grainger che alcuni hanno paragonato a quella di Bonnie Raitt, perfettamente a suo agio con un sound che trasmette il più puro spirito del soul e dell'r&b memphisiano senza dimenticare il Texas ("Texas Blues" è un omaggio agli idoli di Kara Freddie King, Stevie Ray Vaughan e Smokin' Joe Kubek) e New Orleans ("Doodle Loop" è una cover dei Meters)