UNDRESS

Come molti colleghi americani, anche i Felice Brothers non sono restati insensibili al clima sociopolitico turbolento di questi ultimi tempi tanto che - spiega a proposito del nuovo album 'Undress' il cantante del gruppo Ian Felice - 'stavolta molte delle canzoni sono motivate da un passaggio dalle preoccupazioni personali a quelle pubbliche'. 'Non e' difficile', aggiunge, 'trovare oggi cose di cui valga la pena scrivere. La cosa difficile e' trovare modi semplici e diretti di parlarne'. Lui, il fratello James, il batterista Will Lawrence e il nuovo bassista Jesske Hume (entrato in formazione dopo l'uscita, l'anno scorso, di Christmas Clapton e del violinista Greg Farley) ci sono perfettamente riusciti a cominciare dalla title track, un folk rock fiatistico dalle immagini dark e impressionistiche registrato come il resto del disco live in studio, direttamente su nastro e con pochissime sovraincisioni successive. Il risultato e' l'album forse piu' riflessivo, introspettivo, personale e coeso realizzato fino ad oggi dalla band newyorkese, che lo ha registrato con il produttore Jeremy Backofen. 'Ogni canzone e' una storia', aggiunge James. 'In quest'album tutto e' stato un po' piu' pensato, inclusi gli arrangiamenti, la qualita' sonora e le armonie': affermazione confermata dall'ipnotica 'Holy Weight Champ', dalla tenera e nostalgica 'Poor Blind Birds' (con un bell'intreccio di pianoforte, organo e chitarra elettrica) e dalla pimpante 'Salvation Girls', che a Tony Ives del sito Americana Music Show ha ricordato addirittura certe cose di Billy Joel