Shuffle And Go

Trentesimo album di studio della gloriosa e inossidabile bandiera del folk rock inglese, 'Shuffle And Go' testimonia che la formazione più stabile nella storia dei Fairport Convention - composta da Simon Nicol (voce e chitarra), Dave Pegg (basso, mandolino e voce), Chris Leslie (violino, mandolino e voce), Ric Sanders (violino) e Gerry Conway (batteria e percussioni) - ha ancora qualcosa da dire e non tradisce mai gli appassionati: Leslie (autore di cinque canzoni) e Sanders (che firma due composizioni) si spartiscono stavolta i crediti compositivi con James Wood, PJ Wright, Rob Beattie e persino con James Taylor (autore di 'Jolly Springtime', delizioso folk gospel da lui pubblicato nel 2015 nell'album 'Before This World' e qui arricchito da uno splendido canto a cappella) in una raccolta di tredici brani come al solito ben bilanciata nei toni, nei ritmi e negli stili, piacevolissima all'ascolto e confezionata con la consueta classe e amorevole cura artigianale. Come osserva David Kidman su Folk Radio la nervosa e cupa ballata 'Don't Reveal My Name' contrasta efficacemente in apertura con il sereno ed estivo folk pop della successiva 'Cider Rain', aprendo la strada a una sequenza in cui i Fairport risultano immediatamente riconoscibili nel reel saltellante di 'Good Time For A Fiddle And Bow', nelle melodiche e contagiose ballad 'A Thousand Bars' e 'The Year Of Fifty-Nine', nella tumultuosa 'Steampunkery' e nella pensosa 'Precious Time' (i due strumentali firmati Sanders), mentre 'Linseed Memories' è un delizioso quadretto arrangiato per ukulele, la title track - in cui il morris dancing incontra il rock and roll di Eddie Cochran - è un divertente omaggio agli anni Cinquanta, 'Moses Waits' si appoggia a un ritmo africano di kalimba e la malinconica 'Moondust And Solitude' di Leslie riflette sulla solitudine nello spazio di Michael Collins, l'astronauta dell'Apollo 11 che rimase in orbita mentre i due compagni di missione camminavano sul suolo lunare. La morale? I Fairport non tradiscono mai