THIS LAND

Al terzo album, Gary Clark Jr. - celebrato come uno dei migliori e piu' promettenti esponenti della scena rock blues contemporanea grazie a due opere eccellenti come 'Blak And Blu' e 'The Story Of Sonny Boy Slim' - decide di prendersi i suoi rischi per dimostrare di essere un artista a tutto tondo, molto piu' completo e avventuroso e assai meno etichettabile di quanto molti avrebbero immaginato. Registrato agli Arlyn Studios di Austin e coprodotto dallo stesso musicista, 'This Land' e' infatti un disco che accanto a numeri di essenziale country blues acustico sfoggia jam in chiave dub reggae e persino brani che evocano lo spirito immaginifico e pionieristico di Prince. 'Desideravo che ogni parola e ogni nota significassero qualcosa', ha spiegato lui stesso. 'Ci sono stati molti tentativi e molti errori, e tanta sperimentazione'. In scaletta spicca subito la title track, una vibrante canzone di protesta che usa il linguaggio del rock blues per stigmatizzare il razzismo dell'America contemporanea citando per nome il presidente Trump: si segnala gia' come uno dei brani piu' importanti del suo ancora ridotto repertorio e tra i piu' memorabili di questo inizio anno, ma e' in ottima compagnia in una generosa scaletta di quindici brani che include anche il soul morbido e fiatistico di 'Feed The Babies' e pezzi capaci di far incontrare tra loro generi diversi come il rock and roll, il blues, il jazz, il rap, il reggae e il punk in un'entita' musicale dinamica e in continua evoluzione che dimostra una creativita' magmatica e senza confini capace di attingere alle sorgenti di tutta la black music e non soltanto. Nel segnalarlo tra i musicisti piu' interessanti della nuova generazione, l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e lo stesso Prince ci avevano evidentemente visto giusto