GLASTONBURY 2000

'Mi chiedono spesso quale sia stato il miglior concerto cui abbia assistito a Glastonbury e quello di David Bowie e' sempre il primo che mi viene in mente' dice Emily Eavis, coorganizzatrice del celebre festival inglese fondato dal padre Michael (che definisce Bowie il piu' grande di sempre insieme a Frank Sinatra ed Elvis Presley). Una performance magica, quella del 25 giugno del 2000 (quando l'artista inglese chiuse il programma di 'Glasto') e che finalmente vede la luce in edizione integrale. Lo stesso Bowie, prima di esibirsi al festival, sottolineo' la sua intenzione di 'sporcare i campi di Glastonbury' con canzoni molto conosciute ('e qualche stranezza'), dopo avere trascorso gli anni Novanta a sfuggire volontariamente da show basati sui suoi maggiori successi. Fu di parola, perche' la straordinaria esibizione documentata su doppio CD, aperta dalla cover di 'Wild Is The Wind' registrata da Bowie per l'album 'Station To Station' nel 1976, include - nell'arco dei 21 brani in scaletta - classici come 'China Girl', 'Changes', 'Life On Mars?', 'Ashes To Ashes', 'Rebel Rebel', 'All The Yound Dudes', 'The Man Who Sold The World', 'Station To Station', 'Starman', 'Under Pressure', 'Ziggy Stardust', 'Heroes' e 'Let's Dance', prima della chiusura affidata a 'I'm Afraid Of Americans'. Uno show davvero speciale ed emozionante, contenuto in una confezione che comprende anche note redatte da Caitlin Moran (che recensi' lo show per il Times), foto di Bowie nel suo iconico abito confezionato su misura da Alexander McQueen e da lui indossato a Glastonbuy 1971 e il tour diary che lo stesso artista tenne all'epoca in preparazione dello spettacolo per il settimanale Time Out. Un ulteriore, indispensabile tassello di una carriera leggendaria