RUN HOME SLOW

Scritto principalmente negli ultimi due anni durante le poche pause di un tour che ha portato la band australiana in giro per il mondo sulla scia del successo riscosso dal disco di debutto del 2017 ('Half Mile Harvest'), il nuovo album dei Teskey Brothers 'Run Home Slow' coglie il quartetto in uno stato d'animo piuttosto riflessivo e contemplativo: 'Sapevamo di non volerci alienare i fan che ci siamo conquistati, ma pur essendo orgogliosi del nostro primo album sapevamo che il secondo avrebbe dovuto rappresentare un passo avanti', ha spiegato il batterista Liam Gough. Per raggiungere lo scopo hanno ingaggiato il produttore Paul Butler (Michael Kiwanuka, St Paul and The Broken Bones, Andrew Bird), che e' volato nel loro home studio a Warrandyte, nello stato di Victoria, per aiutarli a vestire nel modo migliore una raccolta di canzoni che si muove in nuove direzioni senza rinunciare alla ruvida spontaneita' e ai suoni essenziali e spaziosi che avevano contribuito alla riuscita di 'Half Mile Harvest'. Con il suo ritmo shuffle, i suoi taglienti inserti di chitarra e la voce vellutata di Josh Teskey, un brano come 'Let Me Let You Down' esemplifica al meglio questo nuovo corso e la ricerca di una identita' sempre piu' originale e riconoscibile, mentre 'Hold Me' asciuga il suono all'essenziale (raccolti attorno a un unico microfono, i quattro musicisti - gli altri due sono il chitarrista Sam Teskey e il bassista Brendon Love - armonizzano le loro voci scandendo il ritmo con mani e piedi). La promessa e' stata mantenuta, con un disco che nei suoi undici brani spazia senza sforzo alcuno tra generi diversi incorporando elementi di Southern rock, Americana, psichedelia, Dixieland jazz e gospel senza disdegnare melodie apertamente pop