POLYDOR YEARS

Nati sulle ceneri dei Deviants nei primi anni Settanta nel quartiere londinese di Ladbroke Grove, i Pink Fairies furono uno dei gruppi di punta della scena underground e psichedelica britannica di quel periodo, celebri oltre che per loro musica anche per una filosofia di pensiero radicale che promuoveva il libero uso delle droghe e l'anarchia. Creato dall'ex batterista dei Pretty Things Twink, che assunse anche il ruolo di cantante arruolando gli ex Deviants Paul Rudolph (chitarra e voce), Duncan Sanderson (basso) e Russell Hunter (batteria), il gruppo firmo' nel 1971 un contratto discografico con la Polydor, incidendo per quell'etichetta i tre album inclusi (con l'aggiunta di bonus tracks) in questo cofanetto: il primo, intitolato 'Never Never Land' (1971), conteneva cavalli di battaglia dei concerti come 'Uncle Harry's Last Freakout' e 'Do It' (lato B del primo singolo 'The Snake' molti anni dopo inciso dalla Henry Rollins Band), perfetti esempi del loro rock and roll vivace e sfrontato; il secondo, 'What A Bunch Of Sweeties' (1972), venne inciso dopo l'uscita di scena di Twink dal trio superstite cui si aggiunse in due brani il chitarrista Trevor Burton (in scaletta anche una cover della beatlesiana 'I Saw Her Standing There', una versione riarrangiata della 'Walk Don't Run' dei Ventures e 'The Pigs Of Uranus', con un testo ricavato da una striscia a fumetti di Gilbert Shelton); il terzo, 'King Of Oblivion' (1973), vide il gruppo tornare in azione con una nuova formazione a trio con il giovane cantante e chitarrista Larry Wallis (gia' negli Shagrat, e a sua volta sostituto di Mick Wayne) a fianco di Sanderson e Hunter (tutto originale il repertorio, con un brano - 'When's The Fun Begin?' - firmato da Wallis con Mick Farren, ex cantante poi licenziato dei Deviants: a conferma di una storia intricata caratterizzata da numerosi personaggi, litigi, interruzioni, progetti collaterali e riprese dell'attivita')