GYPSY

'Suoni nuovi e suoni antichi. Canzoni rock a base di chitarra elettrica. Country classico. Tenere ballate. Una copertina di Pinto Bennet. Una canzone di protesta'. Cosi' la stessa Eilen Jewell presenta il suo nuovo album 'Gypsy', che non stenta a definire il preferito del suo catalogo: un disco che la rivista No Depression definisce 'avvincente sotto il profilo melodico, strumentale e delle atmosfere', e in cui la cantautrice di Boise, Idaho, imbraccia per la prima volta la chitarra elettrica (oltre a suonare l'organo), rafforzando il quartetto che la accompagna abitualmente dal vivo con cinque coristi, violino, pedal steel, sega musicale e sezione fiati composta da sax, tromba e trombone. La 'regina degli accordi in minore', come qualcuno l'ha chiamata, si conferma - nelle parole della rivista inglese Mojo - una campionessa del nuovo cosmic country, la cui voce fumosa e sensuale si insinua sotto pelle in pezzi come lo swamp rock di 'Crawl' (con un violino sgusciante e la chitarra di Jerry Miller) e '79 Cents (The Meow Song)', satira antitrumpiana e femminista che mescola old time music e gypsy jazz con grande efficacia, mentre sono di qualita' superiore anche l'honky tonk di 'You Cared Enough To Lie' (dei Reckless Kelly) e 'These Blues' (che Hal Horowitz di American Songwriter paragona a un brano perduto di Hank Williams), la power ballad 'Working Hard For Your Love', il blues lento e danzabile di 'Witness' e la riflessiva title track in cui Miller imbraccia il mandolino;'Beat The Drum', infine, e' un'altra chiamata alle armi con cui Jewell - mai cosi' esplicita e politica prima d'ora - incoraggia gli oppressi a resistere. 'Intelligenza, classe e stile', scrive ancora Horowitz, sono i tratti distintivi di un disco che rafforza la posizione di spicco di Eilen nella scena 'Americana' contemporanea